Idrovora di Portesine a Roncade

Difesa idraulica

Il termine difesa idraulica comprende la storica funzione svolta dal consorzio, ovvero la bonifica idraulica, ed aggiunge quella che nel tempo si è resa sempre più attuale, cioè la salvaguardia dal rischio idraulico delle aree, urbane o agricole, interessate da fenomeni di esondazione, sempre più frequenti anche in zone a scolo naturale.
La bonifica classica è presente nelle aree del comprensorio poste a sud-est: le quote del piano campagna inferiori a quelle del mare (bacino Fossetta nei comuni di Roncade e Meolo) o comunque del ricettore finale (bacini scolanti nel Livenza e Monticano), rendono indispensabile l’azione di sollevamento svolta dagli impianti idrovori.
Il Consorzio ne gestisce 33, tra cui quello di Portesine (che recapita nel Sile a Porte Grandi un bacino – il Fossetta – esteso su 6000 ha) è il più grande. Lungo il tratto arginato del fiume Monticano, tra Fontanelle, Oderzo e Gorgo ci sono 11 impianti idrovori, altri 8 lungo il fiume Livenza tra Portobuffolè, Gaiarine, Mansuè e Motta di Livenza. Nel bacino del Brian sono attivi 4 impianti idrovori, 8 scaricano nel Sile tra Roncade e Silea, 2 nel Piave, a Zenson e Ponte di Piave.
Insieme agli impianti idrovori vengono mantenuti 2800 km di scoli, di cui 100 arginati, sui quali sono in uso 480 manufatti di presidio e controllo.
Diverso il carattere dell’idraulica del suolo nei territori di alta pianura, situati in particolare a nord di Treviso. Qui il deflusso avviene per via naturale, in quanto la pendenza e la quota dei ricettori consente lo scolo a gravità, senza l’azione delle idrovore.
Sempre più frequentemente si riscontrano fenomeni di insufficienza idraulica delle reti naturali, con episodi di esondazione che interessano anche aree urbane densamente abitate.
La competenza sui corsi d’acqua minori (minori solo per le portate, non per i danni che possono provocare), è delegata dal 2004 al Consorzio (D.G.R. 3260/02, 2426/04 e 173/2016) e su di essi si concentra l’attività provvedendo, di concerto con le Amministrazioni comunali e sulla base delle risorse disponibili, agli interventi che facciano recuperare al territorio la sicurezza necessaria. Purtroppo, questo non si ottiene attraverso la sola manutenzione ordinaria (sfalcio sponde, taglio erbe acquatiche) ma necessitano numerosi interventi strutturali a carattere straordinario il cui finanziamento tuttavia non rientra nei capitoli di previsione del bilancio consorziale ma richiede pubblici finanziamenti regionali o statali.
Dal punto di vista delle opere, in comprensorio, negli ultimi dieci anni, sono stati eseguiti dal Consorzio importanti interventi, con beneficio per molti Comuni (Caerano, Asolo, Maser, Altivole, Riese, Castelfranco, San Zenone, Mussolente, Cornuda, Crocetta, Villorba, Treviso, ecc.). Si tratta delle cosiddette “casse di espansione”, ovvero dei volumi laterali ai corsi d’acqua interessati da piene rilevanti, all’interno dei quali si fa fluire l’acqua durante le piene limitando così la portata verso valle.

Nel complesso il Consorzio gestisce 18 casse d’espansione:

  • n° 9 casse di espansione nel bacino del t. Muson chiuso a Castelfranco (per un totale di 1.000.000 di m³ di invaso disponibili);
  • n° 1 cassa di espansione sul Rù Nero a Crocetta (8.000 m³);
  • ° 1 cassa di espansione su affluenti al f.Zero a Salvarosa di Castelfranco Veneto (50.000 m³);
  • ° 1 cassa di espansione sul t.Patean a Sernaglia della Battaglia lungo il t. Patean (60.000 m³)
  • 2 casse di espansione realizzate nel bacino del Sile presso lo scarico di S. Gottardo (2000 m³) e lo Scarico Brondi (circa 2000 m³);
  • 2 casse d’espansione sul Rio Dosson a Preganziol (50.000 mc)
  • 1 cassa d’espansione sul t. Fossadella in Comune di Colle Umberto(25.000 mc)
  • 1 cassa d’espansione sul canale E.Filiberto e fiume Meschio in Comune di Colle Umberto(ex cava Merotto 1.000.000 mc)

A cura della Regione Veneto si sono di recente appaltati i lavori di costruzione di una cassa d’espansione da 1 milione di m³ sul Muson a Fonte, necessaria a garantire maggiore sicurezza alla Castellana e all’alta Padovana. Il Consorzio provvederà successivamente alla sua gestione.
Altri interventi sono in programma da parte del Consorzio, si tratta di una cassa di espansione (50.000 m³) a Salvatronda di Castelfranco, su affluenti dello Zero, già finanziata ed attualmente in fase di avvio della gara di appalto.
La manutenzione delle reti di scolo si estende su 1200 km di sviluppo lineare e 300 manufatti di presidio e controllo.

APPROFONDIMENTI