Lo scopo della sperimentazione nel periodo invernale è quello in particolare di verificare gli impatti delle derivazioni sulle acque superficiali, che ne sono i ricettori finali, utilizzando un metodo analitico che permetta di ottenere dati oggettivi e di confrontarli con la situazione degli anni precedenti in vista dell’applicazione del DE.

La verifica è stata programmata in concomitanza con la tradizionale asciutta, di solito fatta a febbraio, quando l’agricoltura non utilizza acqua e ci si dedica alla manutenzione degli impianti idraulici. Quest’anno il periodo è stato posticipato di 15 giorni per coordinarsi con la chiusura del Piavesella, primo affluente del Botteniga. I tempi di asciutta del Piavesella sono stati dettati dai lavori di intersezione con la Superstrada Pedemontana Veneta.

Gli effetti sui corsi d’acqua del territorio e in particolare delle città d’acqua come Treviso e Castelfranco, sono stati mitigati da una serie di condizioni naturali e da precauzioni attivate da enti gestori della risorsa idrica e dalle istituzioni per tutelare ambiente, cittadini e imprese.

Precipitazioni e condizione della falda hanno scongiurato situazioni molto critiche come quella registrata lo scorso anno a Treviso in concomitanza con l’asciutta.

Prima del periodo di asciutta, si sono verificati due eventi meteorici significativi, il primo attorno al 12 di marzo, con circa 50 mm sull’intera alta pianura, il secondo attorno al 15 marzo proprio in corrispondenza dell’avvio dell’asciutta, con cumulata inferiore ma significativa.

La misurazione della falda, a Castagnole, ha fatto rilevare all’inizio di marzo 40 cm in più rispetto allo scorso anno. Dopo i due apporti piovosi è salita di altri 25 cm per un totale di 65 cm in più all’inizio delle asciutte rispetto allo stesso periodo del 2017. Le asciutte sono iniziate quando gli effetti delle precipitazioni non erano ancora esauriti ed i corsi d’acqua mostravano ancora deflussi superficiali. Tutto è avvenuto in una condizione di falda elevata estremamente favorevole, le cui variazioni sono complesse e lentissime, non confrontabili con il breve periodo di asciutta.

Sono bastati 10 giorni di riduzione dei prelievi, secondo le ipotesi di applicazione del DE ad oggi, per far sentire i primi effetti: segnalazioni di criticità per la fauna ittica e acque ferme in città.

Questo il primo passo della Sperimentazione DE, che ha come obiettivo quello di trovare l’equilibrio utile a garantire la salute del fiume e l’efficacia dei servizi collegati all’utilizzo delle acque. Sulla base di questi due punti di riferimento è da costruire il percorso per arrivarci.

L’applicazione progressiva e non “traumatica” del DE, le misure a sostegno della riduzione dei prelievi dal Piave, la valutazione dei parametri in base a caratteristiche sito-specifiche, il supporto con dati oggettivi da confrontare con le previsioni sul piano climatico e di riqualificazione del territorio saranno i termini del confronto con gli attori territoriali.