
L’acqua dolce presente nei corsi d’acqua demaniali e nel sottosuolo è un bene inestimabile, pubblico, indispensabile alla vita.
Può originarsi per la presenza di risorgive, nella bassa pianura, oppure ha origine da un prelievo da un altro corso d’acqua.
Ogni prelievo è sottoposto ad una procedura molto rigorosa che porta al rilascio di una specifica autorizzazione, onerosa, da parte dell’autorità pubblica, un tempo lo Stato, oggi la Regione. Tutto si svolge secondo l’azione fondamentale di pianificazione svolta dall’Autorità di Distretto Alpi Orientali.
Il Consorzio è titolare di numerose autorizzazioni a derivare. Esse sono motivate dalla necessità di garantire la distribuzione collettiva finalizzata a soddisfare i fabbisogni delle colture. Le autorizzazioni sono corredate da stringenti disciplinari e sono tenute al rispetto di obblighi di legge e di specifiche prescrizioni imposte.
Chiunque prelevi da corsi d’acqua, canali, reti, idranti del Consorzio è soggetto all’osservanza di regole precise, contenute nel nostro Regolamento o specifiche, verificate dal Consorzio attraverso il proprio servizio di guardiania.
Chi preleva direttamente da reti pubbliche, non alimentate con derivazioni già rilasciate al Consorzio, o dal sottosuolo dovrà ottenere una specifica autorizzazione dal Genio civile regionale, ed osservarne le condizioni.
I prelievi di risorsa idrica nel comprensorio del Consorzio
Nelle aree di alta pianura, al di sopra della linea delle risorgive, sono da decenni attive reti di distribuzione irrigua strutturate, alimentate con acqua appartenente al bacino del fiume Piave, prelevate dall’Opera di Presa di Fener, di Nervesa o dal sistema S.Croce-Fadalto-Castelletto. In queste aree i terreni godono della possibilità di attingere secondo il fabbisogno colturale, le condizioni imposte e con modalità turnate. Laddove il prelievo è possibile da reti strutturate non è autorizzabile il prelievo dal sottosuolo. I terreni compresi in un’area strutturata rimborsano i costi di esercizio, derivazione, sorveglianza, manutenzione al Consorzio.
Diversamente, al di sotto della linea delle risorgive vi sono punti di prelievo a carattere sparso che alimentano i corsi d’acqua esistenti: l’acqua non viene immessa in reti separate, infatti, ma alimenta fiumi di risorgiva e reti minori naturali demaniali, a volte anche rifluendo verso monte. In queste zone, se disponibili acque concesse al Consorzio, le aziende possono rivolgersi al Consorzio per avere una specifica autorizzazione al prelievo, onerosa, con modalità di soccorso.
Ma i due sistemi, sopra e sotto la linea delle risorgive non sono scollegati: l’esercizio annuale, anche se in misura ridotta, delle derivazioni dal Piave di Fener e di Nervesa consente che i canali principali nelle due zone siano sempre alimentati, arricchiscano la falda in area di ricarica e restituiscano a valle le acque in esubero alle reti di scolo naturali.
Così l’acqua che proviene dal Piave giunge a Castelfranco, alimenta le risorgive del Sile, fluisce a Treviso, città d’acqua, impreziosendone il centro storico, famoso per Botteniga, Sile, Cagnan e Buranelli.
Si generano quelle esternalità positive dell’acqua derivata, che vengono riconosciuti meglio come servizi ecosistemici svolti dalle derivazioni in aggiunta ai ben più noti e scontati usi come la produzione agricola ed idroelettrica.