Impianto di Vedelago Sud: un progetto che vale 24 milioni di euro

Il progetto, che vale 24 milioni di euro, prevede tutte le opere necessarie per garantire il servizio pluvirriguo a gravità per il comprensorio di Vedelago a sud della SP 102. In concomitanza con le opere per questa riconversione, si prevedono di realizzarne alcune opere necessarie per la riconversione del comprensorio irriguo di Montebelluna e della  zona  nord  di  Vedelago.  L’opera di presa deriva  una  portata  pari  a  circa 3 m3/s  divisi  tra  i 1.2 m3/s  per il “Vedelago Sud” che  funziona  a  gravità  e  i  1.8 m3/s  per  il  “Vedelago  Nord” con  successivo sollevamento elettromeccanico.

La rete pluvirrigua per la zona sud di Vedelago è composta dall’opera di presa, dalla condotta di carico per il recupero energetico, dalla rete adduttrice principale e dalla rete distributrice.

Le opere previste in questo progetto in previsione della riconversione di Montebelluna e nord Vedelago sono le opere edili relative alla stazione di pompaggio e la tubazione principale di adduzione fino all’attraversamento della Pedemontana Veneta.

L’estensione totale dell’impianto è di 2 200 ha (1 700 ha netti), ricadenti prevalentemente all’interno del territorio comunale di Vedelago a sud della SP 102 “Postumia”, Montebelluna, Trevignano e Istrana.

Il progetto non include aree per le quali siano posti vincoli di tipo architettonico.

L’impianto generale prevede uno sviluppo della rete con queste caratteristiche:

  • tubazioni in PVC PN 10, PRFV e PVC per una estensione di circa 120 km con diametri variabili da 160 a 1000 mm, in particolare 24 km di tubazioni in PRFV con diametro superiore a 500 mm e 96 km di tubazioni in PVC con diametro inferiore ai 500 mm;
  • 45 saracinesche PN 10 con diametri variabili da 500 a 1 000 mm per la rete adduttrice;
  • 360 saracinesche PN 10 con diametri variabili da 150 a 400 mm per la rete distributrice
  • 111 idranti con scarico di fondo per la pulizia della condotta;
  • 1563 idranti di irrigazione per la consegna all’utenza;
  • 122 t in pezzi speciali in acciaio.

Le aree da utilizzare sono in parte da occupare, tramite l’instaurazione di servitù, ed in parte da acquisire tramite esproprio.

Per la stazione di sollevamento si prevede di espropriare l’area strettamente necessaria all’opera di presa e al volume di sicurezza con l’aggiunta della scarpa di collegamento e degli argini.

Per le servitù delle condotte si prevede una fascia di 5 m per tutta la rete avente diametro superiore a 300 mm. Le servitù sono necessarie per l’esecuzione, la conservazione e la gestione delle condotte irrigue.

Gli espropri ammontano ad un’area di circa di 6 100 m2, per le servitù si prevede un totale di 185 000 m2.

Il Consorzio Piave con la propria struttura e con le amministrazioni passate e in carica da sempre opera per la sostituzione delle reti distributrici: smantellare le canalette in cemento o in terra che irrigano con il sistema a scorrimento superficiale e loro sostituzione con una rete intubata sotterranea in pressione. La riconversione degli impianti irrigui è una priorità assoluta per il Consorzio, per l’uso efficiente delle risorse idriche, anche in conseguenza dei tagli alle derivazioni e dei cambiamenti climatici.

Le gravi conseguenze del lungo periodo siccitoso dell’estate 2012 hanno messo chiaramente in evidenza la necessità di interventi volti al risparmio e alla tutela qualitativa della risorsa idrica irrigua, per renderla disponibile a chi non può godere del servizio irriguo e per soddisfare i requisiti di minimo deflusso vitale.

L’obiettivo è la razionalizzazione e ottimizzazione dei sistemi di adduzione e distribuzione, sia per quanto riguarda l’aspetto tecnico-costruttivo delle opere, sia per quanto riguarda l’aspetto del risparmio della risorsa, riducendo al minimo i prelievi delle acque superficiali, gli sprechi e l’eventuale degrado qualitativo delle acque. Gli interventi sono in linea con i contenuti del “Piano di Bacino del Fiume Piave – Progetto del Piano Stralcio per la gestione delle risorse idriche” e della “Circolare riguardante l’adozione di misure di salvaguardia relative al progetto di piano per la gestione delle risorse idriche del bacino del Piave.

È stato più volte ricordato che per irrigare la stessa area per aspersione è sufficiente prelevare non più del 50% della portata altrimenti necessaria nel caso di irrigazione a scorrimento. Questo beneficio è dovuto in buona parte alla riduzione di perdite nel trasporto dal canale principale ai campi che si ottiene utilizzando una rete tubata a tenuta anziché canali a cielo libero parzialmente in terra.

Inoltre, il sistema distributivo nel caso di impianto a pioggia è molto più efficiente in quanto tutte le aree possono essere irrigate con la stessa quantità di acqua, ovvero è possibile insistere su di una zona che ne necessita di un maggior quantitativo (si può irrigare come, dove e quanto si vuole). Nel caso di irrigazione a scorrimento, a causa della pendenza del terreno, ci possono essere aree che restano all’asciutto ed altre eccessivamente bagnate.

L’irrigazione a pioggia, e più ancora quelle a goccia e sotto chioma, costituiscono un’innovazione rispetto a quella a scorrimento perché consente alle aziende di introdurre impianti propri, adeguati alle diverse tipologie colturali, più sofisticati ed innovativi, in grado di ridurre ulteriormente il consumo d’acqua e di migliorare l’efficienza distributiva.

Nel settore agricolo, la gestione aziendale dell’irrigazione con il sistema a scorrimento non è più compatibile con le esigenze di una agricoltura moderna e razionale, in quanto richiede tempi e modalità di lavoro incompatibili con le esigenze di meccanizzazione, automazione ed efficienza dei mezzi produttivi mentre la crescente urbanizzazione del territorio comporta difficoltà gestionali sempre maggiori a causa del continuo interferire della rete distributrice con il tessuto urbano e la viabilità.