“Coltiviamo biodiversità e bellezza” il Consorzio Piave aderisce al progetto di Legambiente Piavenire APS e comune di Monastier
Il Consorzio Piave ha accolto la proposta del comune di Monastier di aderire al progetto “Coltiviamo biodiversità e bellezza” redatto dal Circolo Legambiente Piavenire APS di Breda di Piave per la riqualificazione ambientale del canale demaniale “Fossa Bruna” in comune di Monastier.
Tra i vari interventi proposti nel territorio comunale di Monastier, il progetto prevede infatti la riqualificazione ambientale del tratto finale del canale demaniale Fossa Bruna, che scorre all’interno del parco comunale, poco prima dell’immissione nel fiume Meolo: il progetto è volto a creare una piccola zona umida a scopo dimostrativo con finalità di fitodepurazione corredata di erbe acquatiche idrofile e arbusti ripariali.
L’intervento sarà progettato e realizzato con personale e mezzi del Consorzio ed è particolarmente interessante dal punto di vista ambientale e didattico perché dimostra, seppur in una piccola realtà, la possibilità di valorizzazione ecologica di un tratto della rete idrografica e come, in contesti adeguati, la bonifica e la sicurezza idraulica possano coesistere con gli aspetti ecologici e paesaggistici del corso d’acqua.
Il progetto infatti rappresenta la possibilità di mitigare il rischio idraulico tramite interventi di riqualificazione fluviale, ovvero rinaturalizzare i corsi d’acqua.
La tipologia di interventi presentata è in linea con i princìpi sanciti dalla Direttiva Europea Acque 2000/60 che chiede una gestione più attenta delle acque nel territorio per la prevenzione del rischio idraulico ma anche una maggiore attenzione verso gli ecosistemi acquatici mantenendo sempre la massima capacità di deflusso dei canali e l’accessibilità ai mezzi consorziali per le attività di manutenzione.
La Direttiva Europea Acque 2000/60 pone al centro dell’attenzione le esigenze di risanamento, protezione e ripristino degli “ecosistemi acquatici”, allo scopo di garantire, oggi e in futuro, la disponibilità di un’acqua di qualità per tutti gli usi prioritari.
Il Consorzio ha già realizzati altre opere simili (due casse di fitodepurazione a Salvarosa e Salvatronda di Castelfranco Veneto) raggiungendo importanti risultati sia in termini di abbattimento dei nutrienti, azoto e fosforo sia dal punto di vista ambientale e paesaggistico.
Le aree umide forniscono servizi ecosistemici essenziali, tanto più in tempi di cambiamenti climatici, come la laminazione delle piene, la fitodepurazione delle acque, il controllo dell’erosione, la tutela della biodiversità, l’assorbimento di anidride carbonica.
Le aree umide sono state ufficialmente riconosciute per la prima volta nel 1971 con la Convenzione di Ramsar come luoghi di vitale importanza, da proteggere. Moltissime specie a rischio di estinzione hanno bisogno delle zone umide per sopravvivere: si stima che perdere questi ambienti significa perdere il 40% delle specie animali e vegetali totali.