La sistemazione dello scarico di Salvatronda a monte della confluenza dello Zero a Castelfranco Veneto, grazie al finanziamento della Regione del Veneto, è stata ultimata.
Il progetto è compreso tra quelli finanziati nell’ambito del Piano per il disinquinamento del bacino scolante nella Laguna di Venezia, come intervento strutturale in rete minore di bonifica, con la finalità di abilitare il sistema idraulico superficiale alla funzione di moderazione dei flussi di piena e di migliorare la qualità dell’acqua trasportata.
È stato finanziato dalla Regione del Veneto con DDR n. 265 del 07/12/2017, per l’importo di euro 1.700.000,00.
La funzione di laminazione delle piene è di estrema importanza per garantire la sicurezza idraulica dei territori che presentano una situazione di sofferenza idraulica, con particolare attenzione ai terreni collocati a valle dell’attraversamento ferroviario, e prospicienti allo Scarico di Salvatronda, nel tratto parallelo a via Cerchiara. Il bacino serve da contenitore delle acque meteoriche in concomitanza di eventi estremi con piogge intense, dove riceve le acque dal collettore principale. Il collettore principale è il canale che riceve, in entrata alla cassa, tutte le acque meteoriche di scolo e gli scarichi dal centro urbano e dalla zona industriale a monte.
Questa cassa di espansione è molto importante perché realizzata con una duplice funzione: di laminazione e di fitodepurazione, con il duplice obiettivo di garantire la difesa idraulica e salvaguardare e valorizzare le aree umide.
L’area umida, all’interno della cassa, è in grado di abbattere le sostanze inquinanti presenti nelle acque in entrata grazie a processi chimici, fisici e biologici ad opera del complesso sistema ecologico venutosi a creare. La superficie adibita a fitodepurazione è di 2,5 ettari, sufficienti a migliorare la qualità delle acque in entrata con deflusso giornaliero di 20 litri al secondo e con un tempo di permanenza nella cassa di 3 giorni.
Le tematiche ambientali sono da tempo promosse dalle attività del Consorzio di bonifica Piave. In particolare, il Consorzio è impegnato nella valorizzazione di tali habitat mediante la creazione e il monitoraggio dei sistemi di fitodepurazione nelle casse di espansione, per esempio, anche di Salvarosa sempre a Castelfranco Veneto.
Le zone umide sono costituite da una grande varietà di habitat di elevata valenza ambientale come laghi, stagni, paludi, fontanili e risorgive. Questi sono in grado di fornire diversi servizi ecosistemici quali ad esempio la regolazione dei fenomeni idrogeologici, la depurazione delle acque attraverso l’abbattimento dei contaminanti, la salvaguardia della biodiversità vegetale e animale, la fruizione e l’educazione ambientale.
Il bacino di depurazione delle acque sarà articolato in differenti settori: un’area di espansione, tre laghetti di fitodepurazione e fossati di collegamento ad andamento tortuoso. Nel complesso si prevede che questi elementi occupino una superficie di 10.000 m2 per una profondità media di 0,15 m siano perennemente allagati in regime di magra. E non a caso, l’apparizione in questi giorni di un cigno che fa capolino tra l’acqua e le piante in riposo vegetativo all’interno della neo-cassa rafforza il nostro impegno in tema ambientale: un cigno ha trovato un nuovo sito da considerare “casa” che sarà ancora più bella con la ripresa vegetativa e l’inizio dell’attività dell’impianto di fitodepurazione.