In fase di completamento la sistemazione dello scarico di Salvatronda a monte della confluenza dello Zero in comune di Castelfranco Veneto con il finanziamento della Regione del Veneto

 

Il progetto è compreso tra quelli finanziati (con DCR n° 103 del 18/12/2002) nell’ambito del Piano per il disinquinamento del bacino scolante nella Laguna di Venezia, come intervento strutturale in rete minore di bonifica, con la finalità di abilitare il sistema idraulico superficiale alla funzione di moderazione dei flussi di piena e di migliorare la qualità dell’acqua trasportata. Il progetto è stato finanziato dalla Regione del Veneto con DDR n. 265 del 07/12/2017, finanziamento di Euro 1.700.000,00.

Il progetto prevede il recupero della capacità di invaso del bacino drenato dallo scolo dei tre canali: Scarico Via Sile Ramo I (167 ettari), Scarico Canale Quadri Ramo I (175 ettari) e Scarico di Salvatronda (365 ettari). La funzione di laminazione delle piene è di estrema importanza per garantire la sicurezza idraulica dei territori che presentano una situazione di sofferenza idraulica, con particolare attenzione ai terreni collocati a valle dell’attraversamento ferroviario, e prospicienti allo Scarico di Salvatronda, nel tratto parallelo a via Cerchiara.

Le cause di tali allagamenti sono per lo più imputabili ad un’inadeguata capacità di portata rispetto alle incrementate portate di piena attuali, ed alla mancanza di misure di compensazione idraulica a servizio dei fabbricati esistenti, che contribuiscono ad incrementare la portata di piena del corso d’acqua. Questo comporta che in caso di eventi di piena, a monte dei tratti tombinati le acque si innalzino velocemente fino a tracimare e allagare i terreni limitrofi. Ai processi di urbanizzazione non si è accompagnata un’adeguata serie di volumi di invaso a compensazione dell’aumento di terreni impermeabilizzati, con il risultato che vengono convogliati verso la rete di canali, contributi di portata con maggiore intensità e in tempi ridotti, tali da incrementare il rischio idraulico nelle aree attraversate.

La descrizione dell’intervento idraulico

Il bacino serve da contenitore delle acque meteoriche in concomitanza di eventi estremi con piogge intense, dove riceve le acque dal collettore principale. Il collettore principale è il canale che riceve, in entrata alla cassa, tutte le acque meteoriche di scolo e gli scarichi dal centro urbano e dalla zona industriale a monte.

DATI TECNICI
CAPACITA’ MAX DI INVASO m3 50.000
AREA INTERESSATA DALLA CASSA m2 25.000
PORTATA MAX SFIORATORE m3/s 4,5
PORTATA COSTANTE GIORNALIERA l/s 20
QUOTA ARGINI m s.m.m. 35,5
QUOTA FONDO m s.m.m. 33,35
PROFONDITA’ MAX m 2,15
QUOTA SFIORATORE m s.m.m. 35,2
RENDIMENTO DI FITODEPURAZIONE % 60
TEMPO DI RITENZIONE giorni 3
ABBATTIMENTO AZOTO TOTALE ton/anno 2,12
ABBATTIMENTO FOSFORO TOTALE ton/anno 0,23

Fitodepurazione

l’area umida, all’interno della cassa, è in grado di abbattere le sostanze inquinanti presenti nelle acque in entrata grazie a processi chimici, fisici e biologici ad opera del complesso sistema ecologico venutosi a creare.

La superficie adibita a fitodepurazione è di 2,5 ettari, sufficienti a migliorare la qualità delle acque in entrata con deflusso giornaliero di 20 litri al secondo e con un tempo di permanenza nella cassa di 3 giorni.

Il processo di maggiore rilevanza è l’abbattimento dei composti azotati. Si stima un rendimento di depurazione pari al 60% in grado di asportare (nell’insieme dei processi di trasformazione chimico-fisico-biologica) 2,12 t/anno di azoto totale.

I valori medi delle concentrazioni di inquinanti in ingresso nel bacino si attestano per l’azoto totale si ha il valore di 5,8 mg/l, per il fosforo totale si ha il valore di 0,6 mg/l.

Il bacino di depurazione delle acque sarà articolato in differenti settori: un’area di espansione, tre laghetti di fitodepurazione e fossati di collegamento ad andamento tortuoso. Nel complesso si prevede che questi elementi occupino una superficie di 10.000 m2 per una profondità media di 0,15 m siano perennemente allagati in regime di magra.

Descrizione:

– area di espansione a prato: si tratta di un’area larga e poco profonda, con le pareti degradanti dolcemente verso il centro, che riceve le acque in ingresso. Vegetata con essenze erbacee tipiche del prato umido o della marcita, essa ha la funzione di rallentare la velocità del flusso idrico, di favorire la sedimentazione dei materiali in sospensione e degli inquinanti a esso adesi. La parte terminale della zona di espansione è in diretto contatto con un primo laghetto di fitodepurazione;

–  primo laghetto di fitodepurazione, avente superficie di circa 2000 m2, ha le funzioni di aumentare la capacità di invaso del sistema, di prolungare il tempo di residenza dell’acqua all’interno del bacino, e di migliorare gli aspetti naturalistici ed estetici. Il laghetto sarà vegetato per tutta la superficie, in modo da enfatizzare l’effetto depurativo, favorendo un completo passaggio dell’acqua attraverso il filtro costituito dagli steli delle piante;

– fossati ad andamento tortuoso. Hanno la funzione di collegare i laghetti e trasportare al manufatto di uscita. Lungo l’asta di tale fossato, sono ricavati ampi meandri per favorire il rallentamento dell’acqua, la sedimentazione delle frazioni eventualmente non depositate in precedenza, e contenenti sostanze inquinanti adese (fosforo e microrganismi patogeni). L’andamento tortuoso e la presenza di vegetazione riparia nelle sponde dei tratti più stretti e soprattutto delle anse, contribuiscono all’ulteriore miglioramento della qualità dell’acqua;

– secondo laghetto di fitodepurazione, dalla superficie di circa 3500 m2, sarà costituito da superfici vegetate e superfici libere. Le prime andranno collocate nella parte iniziale, subito dopo il punto di immissione dell’acqua, e nella parte finale, prima dell’emissario. Dovranno costituire un filtro compatto per escludere zone di transito dell’acqua non vegetate che andrebbero a costituire percorsi preferenziali poco efficaci dal punto di vista della fitodepurazione. Anche nella zona a superficie libera le sponde dovranno essere coperte da vegetazione, per garantirne la stabilità. Nella parte centrale del laghetto saranno realizzati alcuni isolotti dalla quota appena superiore alla superficie dell’acqua;

– terzo laghetto di fitodepurazione, dalla superficie di 4500 m2, avrà conformazione simile al precedente, con zone completamente vegetate in prossimità dell’immissione e dell’uscita dell’acqua e una zona centrale libera, con isolotti bassi. Questi ultimi dovranno essere collocati con distribuzione alterna, in modo che, in regime di portata media, offrano un fronte compatto trasversale che deve essere attraversato;

– isole interne ai laghetti. Tali isole saranno caratterizzate da scarpate che degradano dolcemente verso il fondo del laghetto, in modo tale da favorire e agevolare la risalita degli uccelli acquatici. Le scarpate non verranno vegetate in modo da costituire habitat per varie specie di micro e macro-invertebrati, anfibi e uccelli limicoli.