Un percorso lungo che si snoda attraverso i secoli: questa è la storia che i documenti, le mappe, le foto e i manufatti del Consorzio ancora oggi raccontano agli studiosi che consultano l’archivio storico del Consorzio.
Una storia che inizia molti secoli fa quando ancora il territorio trevigiano era sotto il controllo della Serenissima, per continuare poi sotto il dominio francese, austriaco ed arrivare infine a quello dello Stato italiano.
Vediamo quindi chi sono alcuni di questi studiosi che hanno consultato la documentazione che è stata suddivisa in fondi appartenenti agli ex Consorzi, poi confluiti nel Consorzio Piave. Sono personaggi noti del panorama culturale trevigiano:
Giuseppe Mazzotti, che ha curato il catalogo de “Le Ville Venete” e che ringrazia “…la Presidenza del Consorzio canale della Brentella di Montebelluna che ci ha consentito di riprodurre alcune mappe settecentesche” (pag.499 della ristampa anastatica della terza edizione 1954 con premessa di Lionello Puppi, Libreria Editrice Canova 1987) .
Luigi Bailo, celebre direttore della Biblioteca Civica di Treviso Il libro della Piavesella di Pederobba: “ Il presente volume, redatto da Luigi Bailo direttore della biblioteca civica di Treviso, contiene la traduzione dei documenti raccolti nel “Libro rosso. Leggi antiche del Consorzio…”, compilato nel 1688 da Stefano de’ Alberti. L. Bailo dichiara di aver tradotto il “Libro rosso” per commissione dei Presidenti del Consorzio “..onde rendere a tutti accessibile l’intenderlo nelle questioni relative, essendochè anche ora spesso a quello si ricorre come a fonte di diritto..”.
Potremmo citare anche Sante Cancian, amico del Mazzotti, Augusto Serena, Guido Marta che ha scritto un opuscolo dal titolo “Il Canale della Vittoria” nel 1961 per poi arrivare ai più recenti Raffaello Vergani, che ha consultato sia il fondo Brentella, sia il fondo Destra Piave sia il fondo Canale della Vittoria, Giorgio Zoccoletto che ha scritto per Il Consorzio di bonifica Pedemontano Sinistra Piave “I Murazzi delle quattro castelle. Le difese sulla sinistra Piave al tempo della Serenissima” del 20074, Michele Borgo, autore del testo “Santandrà. Una storia millenaria” del 2018, Giacinto Cecchetto, Santolin Agostino che sta portando avanti delle ricerche che riguardano il comune di Paese.
Con l’intento di promulgare il proprio patrimonio, stuzzicando la curiosità anche di chi non è un topo di biblioteca e di archivio, il Consorzio ha creato anni fa la Collana dei Quaderni di Fra’ Giocondo che valorizza e rende pubblici i documenti storici dell’archivio storico.
Abbiamo citato soltanto alcuni dei fruitori dell’archivio che durante gli anni hanno passeggiato nel solco della storia tracciata dai consorzi che hanno operato nel territorio trevigiano, ma sono davvero molti gli accessi al nostro archivio.
In un anno solare abbiamo circa 20 richieste di accesso ai documenti dell’archivio storico. Non si tratta solamente di studiosi, come quelli fin qui citati, ma anche di associazioni del territorio come l’Associazione culturale Terrae Odorosae che ha pubblicato a fine 2020 un libello sulle Rive di Montebelluna e Caerano, coinvolgendo gli anziani del territorio nel recupero di testimonianze orali che riguardano l’antica seriola di Posmon di Montebelluna da loro chiamato però il canale del Duce.
Abbiamo poi diverse richieste di studenti universitari che devono scrivere la tesi e che quindi si rivolgono al Consorzio sia per consultare documenti d’archivio sia per avere dati tecnici (in questo secondo caso subentra l’esperienza degli uffici tecnici che si mettono a disposizione fornendo non solo i dati ma anche tutti i chiarimenti necessari).
A conclusione ricordiamo che per consultare i documenti d’archivio bisogna inviare richiesta scritta al Consorzio agli indirizzi info@consorziopiave.it oppure consorziopiave@pec.it l’oggetto della ricerca.
L’accesso al Consorzio per la visione dei documenti d’archivio avviene nelle giornate di martedì e venerdì con orario 8,30-12,30 solamente dopo aver concordato l’appuntamento con il personale che contatterà personalmente i richiedenti entro due giornate lavorative dal ricevimento della richiesta scritta.