La tutela dell’Ambiente entra nella Costituzione

 

La tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi entra in Costituzione. L’Aula della Camera ha definitivamente approvato la proposta di legge costituzionale che modifica in tal senso due articoli della Carta, il 9 e il 41.

Il mese di febbraio inizia ed accoglie la primavera alle porte con due importanti momenti per tutto il tema ambientale:

Il 2 febbraio si è celebrata la Giornata Mondiale delle zone umide (World Wetlands Day), giornata sancita a seguito della Convenzione internazionale sulle zone umide, firmata il 2 febbraio 1971 nella città iraniana di Ramsar dall’IWRB (International Wetlands and Waterfowl Research Bureau) dal IUCN (International Union for the Nature Conservation) e dal ICBP (International Council for bird Preservation).

Questa convenzione è legata alle direttive europee per la tutela della flora e fauna come la Direttiva 79/409/CEE del Consiglio relativa alla “Conservazione degli uccelli selvatici”, e la Direttiva 92/43/CEE del Consiglio relativa alla “Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche” che ha istituito le zone di protezione speciali e di interesse comunitario da proteggere e tutelare come ambienti unici.

Ieri, 8 febbraio, è stata una giornata epocale perché la Costituzione italiana ha sancito un ulteriore passo in avanti verso il riconoscimento dell’importanza della tutela ambientale rispetto alle attività produttive antropiche attraverso la modifica dell’art. 9 della Costituzione che entra in vigore recitando: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità· e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.

Sempre a favore dell’ambiente è stata introdotta anche una modifica all’articolo 41 dedicato all’iniziativa economica con l’introduzione del principio della sostenibilità e che da oggi recita: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”.

Queste tematiche sono da tempo promosse dalle attività del Consorzio di bonifica Piave. In particolare, il Consorzio è impegnato nella valorizzazione di tali habitat mediante la creazione e il monitoraggio dei sistemi di fitodepurazione nelle casse di espansione di Salvarosa e Salvatronda a Castelfranco Veneto.

Le zone umide sono costituite da una grande varietà di habitat di elevata valenza ambientale come laghi, stagni, paludi, fontanili e risorgive.  Questi sono in grado di fornire diversi servizi ecosistemici quali ad esempio la regolazione dei fenomeni idrogeologici, la depurazione delle acque attraverso l’abbattimento dei contaminanti, la salvaguardia della biodiversità vegetale e animale, la fruizione e l’educazione ambientale.

Per approfondimenti:

https://consorziopiave.it/approfondimenti/ambiente-limportanza-delle-zone-umide-wetlands/ 

Nelle foto la cassa di Salvatronda a Castelfranco Veneto